
La giostra
Sono salito su quella giostra
A 12 anni
Con gli 883 nelle orecchie
E una nuvola
Di zucchero filato in mano.
La giostra giro dopo giro
Centrifugava la mia infanzia
In un vortice senza tempo
E senza gravità
Lo zucchero filato sfilava
A poco a poco dal bastoncino
Portandosi via
L’odore di sangue
E di erba sulle ginocchia,
Il ciuff del pallone
Che baciava la rete,
Il vermiglio del primo bacio,
La mano stretta
Dagli amici di sempre,
Il profumo
Delle rincorse ai maggiolini,
Il sapore della prima poesia.
Giro dopo giro
Quella forza centrifuga
Allentava sempre più le catene
Della mia voglia di non crescere
E mi lanciava tra le stelle
Di quelle sere di giugno
Per unire i puntini
E formare un campione,
Un ingegnere, un poeta, la felicità,
Che era rotonda, centripeta.
Sono sceso da quella giostra
A 17 anni
Con i Radiohead nel cuore
E un bastoncino nudo in mano
Buono per dirigere
Da lì in avanti
L’orchestra della realtà
E del libero arbitrio.
Ora mi siedo e ti guardo
Tocca a te, piccolo mio,
Sali ma dammi
Lo zucchero filato,
Te lo tengo io.
