
Le sere di maggio
Questa poesia nasce a Trieste, nel 2005, di fronte ad una finestra che regalava una vista dall’alto indimenticabile. Dopo anni le sere di maggio ancora non tradiscono la ricerca del bello, seppur in alti luoghi, in altro tempo.
Le sere di maggio
sono l’attimo migliore
Per ascoltare musica.
Ascolti piano, lentamente,
A cuore fermo
Quasi stupito
da quella quiete regalata
Da colori tiepidi
e cieli silenziosi,
Quasi tradito dalle tue mani
Che smettono
di reggerti il volto
Per unirsi
in una preghiera di pace,
La tua pace.
E poi si estendono
a cercare il sole
E buone parole di conforto.
Comodo ti adagi
In un vascello di melodie
Che dalla finestra socchiusa
Prosegue per campi verdi
e odor di gelsomini
In un veleggiare
tra fantasia e concretezza
Che finisce per fonderle assieme
In quel morbido luogo
chiamato Poesia.
Sospinto dal moto delle note
Di canzoni care solo a te
o a mille altri
Con gli occhi cuciti
nel lontano orizzonte
E la mente distratta
dalle vicine nuvole blu,
Perdoni te stesso
e il tuo essere carne.
Respiri parole
che fanno da aliante
Tra cielo, stanza e cuore:
Luogo unico
in mille luoghi diversi,
Cuore unico
in migliaia di cuori uguali,
Tempo unico
in infiniti tempi futuri.
Questa è la miscela
in queste sere di maggio,
Quando la vista vaga
accompagnata dal suono
L’anima riposa
e la vita va piano,
Fin che tutto rimane
E il sole non scende.
